Il Presidente CRA arriverà a Sondrio

SONDRIO – Venerdì 27 settembre, alle ore 20.30 presso la sala riunioni della Delegazione Provinciale FIGC, il Presidente CRA Lombardia Alessandrio Pizzi arriverà in visita della Seizone AIA di Sondrio. L’occasione sarà importante per conoscere il nuovo presidente regionale e per approfondire alcune tematiche regolamentari e comportamentali.

Alessandro Pizzi (sezione di Saronno) ha una lunga carriera arbitrale alle spalle, sia sui campi di gioco che nei ruoli tecnici. Alessandro ha militato fino al 2010 in Lega Pro, dove ha potuto dirigere le partite più importanti della categoria. Dalle stagione 2010/2011 e fino al termine della scorsa è stato Vicecommissario alla CAI, che si occupa di preparare e selezionare a livello nazionale gli arbitri di Eccellenza prima del passaggio in serie D.

L’incontro con Alessandro Pizzi sarà sicuramente importante per la qualità dei contenuti trattati e per l’aperto confronto che si potrà avere, sopratutto in chiave comportamentale e regolamentare. Nel corso della serata verranno consegnate le nuove divise della stagione corrente.

Raduno sezionale: una serata tra campo e aula

CHIURO – Dalle 19 alle 21.30 di venerdì 13 settembre, presso il campo sportivo comunale di Chiuro, si è tenuto il raduno di apertura stagione. A partecipare i giovani colleghi appena entrati in organico, gli arbitri immessi da meno di tre anni, i giovani che puntano alla selezione per il CRA, i migliori arbitri di Seconda Categoria e i colleghi che dirigono gare al CRA Lombardia, oltre che agli osservatori e al componente tecnico nazionale Lorenzo Ferrandini.

Il riscaldamento in campo è stata la prima attività svolta dagli arbitri della sezione di Sondrio, che hanno adottato il campo in erba e gli esercizi usati solitamente nei raduni CRA. Infatti, Andrea Orgnoni e Matteo Valli hanno diretto le fasi di riscaldamento, con una preparazione mirata al Yo-Yo IR1 test.

Al termine del riscaldamento è stata allestita la zona di test, sempre su campo in erba. Le fasi di svolgimento del test sono state dirette da Alessandro Ruffoni, che insieme ad altri colleghi ha provveduto a controllare che i colleghi sezionali e regionali eseguissero correttamente la prova. Anche Emanuele Damiani si è reso partecipe all’iniziativa incoraggiando i colleghi e dando consigli utili su come svolgere la prova.

La serata si è conclusa con il prezioso intervento di Lorenzo Ferrandini, componente nazionale del Settore Tecnico, che ha potuto illustrare alcuni aspetti critici sulla circolare numero uno. Lorenzo ha precisato la corretta lettura della modifica regolamentare al Fuorigioco attraverso filmati e l’attenta analisi del testo della regola. “La formulazione attuale crea molte discussioni giacché dà troppo spazio alla libera interpretazione e non è abbastanza precisa. Il nuovo testo è più in linea con le reali situazioni di gioco ed eliminerà la confusione riguardo a ciò che significa rimbalzo, deviazione e quando il pallone è stato parato (o giocato per effettuare un salvataggio) in modo intenzionale”, si legge nelle motivazioni della circolare.

Raduno di inizio stagione: 13 settembre

SONDRIO – Tutto pronto per l’inizio di una nuova stagione sportiva sui campi di calcio. In provincia di Sondrio si apriranno i campionati il 7 settembre con gli Allievi e il giorno successivo con la prima giornata di Seconda Categoria. I direttori di gara sono chiamati, tuttavia, a prendere parte al raduno di inizio anno il 13 settembre, in occasione della Lezione Tecnica che sarà tenuta dal componente nazionale Lorenzo Ferrandini.

Venerdì 13 settembre alle ore 19 presso il campo sportivo di Chiuro si terranno i test atletici sezionali, dove tutti sono caldamente invitati. Il test consisterà nel superamento dei limiti mini sezionali (15.2 uomini e 14.6 donne) dello YoYo IR1, per i direttori di gara non selezionabili, e il raggiungimento dei limiti da selezione (15.8 uomini e 15.1 donne) per gli arbitri che concorrono per la proposta al CRA Lombardia. Per chi non conoscesse la tipologia del test, può consultare un video dimostrativo disponibile su Youtube.

La serata sarà strutturata con i test atletici seguiti dall’incontro con Lorenzo Ferrandini, già arbitro di Lega PRO e assistente alla CAN, che potrà illustrare le disposizioni regolamentari in qualità di componente nazionale del settore tecnico. L’incontro con il collega Lorenzo è un momento chiave per iniziare al meglio una stagione e chiarire tutti i dubbi relativamente alle modifiche regolamentari.

L’inizio della stagione si prefigura come un momento di riflessione e preparazione psicologica, oltre che atletica. Per questo motivo, come ogni anno, la sezione di Sondrio ha condiviso un regolamento interno per il corretto comportamento dei direttori di gara. Tutti gli associati della sezione sono sempre invitati a rispettare le linee guida di autodisciplina proposte, con l’aspettativa di migliorare la vita sezionale  e l’approccio all’attività in campo.

Luigi Nasca a Sondrio per formare e motivare gli arbitri locali

Luigi Nasca in aulaSONDRIO – La vita arbitrale si compone di momenti in campo, dove il direttore di gara è chiamato a dover prendere decisioni in pochi secondi, e di momenti in aula, con l’obiettivo primario di acquisire esperienza sugli episodi accaduti a colleghi, anche di categorie superiori. Giovedì sera a Sondrio, presso la sala convegni della Lega Nazionale Dilettanti, Luigi Nasca (CAN B) è stato ospite dell’Associazione Italiana Arbitri locale con la finalità di trasferire conoscenza e suggerimenti ai direttori di gara che operano nella nostra provincia.

In una sala gremita di persone, tra nuove leve e arbitri di lunga esperienza, il Presidente della Sezione AIA di Sondrio Simone Spandrio ha aperto la serata dichiarando: “Per noi è un onore avere ospite questa sera un arbitro di calibro nazionale come Luigi. Questa è un’occasione unica per tutti noi per imparare qualcosa di nuovo e sicuramente utile per quando scenderemo in campo”. Luigi Nasca è stato l’assoluto protagonista della serata, in quanto ha mostrato video con episodi accaduti in campo in occasione della sua prima stagione a livello nazionale. Le gare analizzate erano della categoria serie B, durante le quali Luigi ha esposto e puntualizzato le scelte da lui operato in campo e le motivazioni. Gli arbitri in sala sono stati tutti coinvolti cercando di interagire con Luigi nel tentativo comprendere al meglio gli episodi esposti. “Quando siamo in campo dobbiamo sempre essere concentrati, senza mai perdere l’attenzione nemmeno nei momenti morti”, ha dichiarato Nasca.

Luigi Nasca ha potuto formare e motivare tutti gli arbitri della Sezione di Sondrio intervenuti per l’occasione. Sicuramente la storia di un arbitro che ha raggiunto i massimi livelli nazionali dell’arbitraggio ha dimostrato di essere un esempio di eccellenza per tutti i direttori di gara locali. L’alto momento di formazione si è consumato con domande poste da Luigi ai colleghi e viceversa. Alla domanda: quando hai iniziato ad arbitrare, Luigi ha risposto: “Tardi, a 21 anni ho arbitrato la mia prima partita, da quel momento mi sono appassionato e impegnato a fondo. Nel giro di dieci anni mi sono ritrovato sui campi di serie A!”.

La serata si è conclusa con le foto di rito, i saluti e un in bocca al lupo di Nasca a tutti gli arbitri neo-immessi, che da poco hanno iniziato l’attività sui campi da gioco sondriesi. Un importante momento è stato anche il confronto uno a uno tra Luigi Nasca e gli arbitri di Sondrio in forza al Comitato Regionale Arbitri, essi hanno potuto approfondire alcuni aspetti peculiari accaduti sui campi di gioco di Promozione ed Eccellenza.

Futsal in mostra a Treviglio con la nazionale italiana

TREVIGLIO – Ieri sera, martedì 12 febbraio, la nazionale italiana di calcio a cinque è scesa in campo in amichevole replicando quanto giocato nei quarti di finale dei recenti mondiali in Thailandia. La gara ha visto protagonista anche due arbitri italiani: Fabio Gelonese come terzo uomo e Marco Brasi come Crono.

Prima della gara, gli arbitri di calcio a cinque in forza al CRA Lombardia sono stati invitati a al raduno straordinario tenuto presso la Sezione di Treviglio, nel quale Massimo Cumbo ha potuto presentare i due arbitri internazionali che hanno diretto la gara: il ceco Karel Henych e lo spagnolo (recentemente insignito del premio come miglio arbitro al mondo) Fernando Gutierrez Lumbreras. La serata ha permesso di approfondire alcuni aspetti del Futsal nazionale e internazionale, come movimento sportivo in grande crescita soprattutto in Italia.

La serata è proseguita con la visione della partita amichevole in tribuna d’onore, insieme al Commissario Straordinario Francesco Carrieri, il componente del Comitato Nazionale Alberto Zaroli e lo stesso Massimo Cumbo e gli arbitri nazionali lombardi. La partita ha dato spunti di confronto per migliorare l’attività in campo, è stato quindi un alto momento di formazione voluto dal CRA Lombardia.

Per la cronaca l’Italia ha battuto il Portogallo per due reti a una, marcatori: De Luca (I), Cardinal (P) e Merlim (I).

Allessandro Ruffoni racconta la sua esperienza al CRA

SONDRIO – Venerdì sera si è tenuta la consueta riunione tecnica durante la quale Alessandro Ruffoni, arbitro CRA della Sezione di Sondrio, ha raccontato la sua esperienza sui campi di Promozione nell’ambito del progetto Esperienze CRA. L’intevento è stato corredato dalla visione di un video di una sua gara commentato da Alessandro che ha così potuto spiegare le decisioni prese e le situazioni tipiche di una partita.

Durante la sera, nella quale sono intervenuti molti associati neo-immessi e curiosi di apprendere esperienze importanti, Alessandro Ruffoni ha potuto raccontare alcuni aneddoti vissuti durante la sua carriera nei campionati regionali, cercando di dare alcuni preziosi consigli ai giovani colleghi. Alessandro ha mostrato un video di una sua gara soffermandosi su alcuni aspetti salienti e episodi chiave. “Spiegare ai giovani colleghi come affrontare una gara di un certo calibro mantenendo la giusta concentrazione è stata un’esperienza formativa per entrambi”, ha affermato Alessandro al termine del suo intervento.

Gli aspetti chiave approfonditi sono stati: la gestualità sul terreno di gioco, la gestione dei calciatori e la posizione in campo. Alessandro ha spiegato agli intervenuti quanto sia fondamentale un allenamento continuo, per mantenere lucidità nei momenti critici della gara. Si è soffermato in modo particolare sulla gesutalità, per garantire l’immediata comprensione delle decisioni prese da parte dei giocatori e del pubblico. “Il rapporto con i calciatori va costruito a partire dall’appello”, ha precisato e approfondito indicando la necessità di predisporre richiami efficaci come prevenzione all’ammonizione. Infine, la posizione sul campo è stata analizzata soffermandosi su alcune azioni della gara mostrata alla Sezione. Alessandro ha potuto spiegare quale fosse la posizione migliore da assumere in occasione di ripartenze, calci d’angolo, punizioni e rimesse laterali vicino alla linea di fondo.

Il progetto Esperienze CRA nasce dalla necessità di mettere in stretto contatto i colleghi che ora militano a livello regionale, in particolare per il calcio a undici, in modo da consentire la condivisione di esperienze e aneddoti accaduti in gare di un certo livello. Tali incontri devono servire da insegnamento per i giovani colleghi che hanno appena iniziato la propria avventura nelle categorie giovanili e per gli arbitri che aspirano a fare il passaggio di grado verso le categorie gestite a livello regionale.

Alessandro ha saputo spiegare con precisione ed efficacia alcuni aspetti importanti per affrontare al meglio i campi da gioco e i ragazzi intervenuti sono apparsi molto interessati ponendo domande utili per poter comprendere al meglio alcune problematiche. La riunione è stata anche un’occasione per scambiarsi suggerimenti riguardanti situazioni accadute sui campi locali e cercando di capire quale fosse stata la decisione corretta da applicare.

Un’associazione che vuole crescere: Alberto Zaroli a Sondrio

SONDRIO – La sala gremita di associati in attesa di ascoltare il Presidente del CRA Lombardia, giunto fino a Sondrio per l’occasione, si percepisce ancora adesso la curiosità e l’impazienza tipiche di un momento di aggregazione. La Sezione di Sondrio venerdì ha ospitato Alberto Zaroli per la classica visita annuale, utile momento di confronto con la realtà regionale.

L’AIA è un’associazione che vuole crescere e per farlo ha bisogno di arbitri seri e pronti a mettersi in gioco, per questo motivo le visite di personaggi di spicco come il Presidente Zaroli sono sicuramente un momento prezioso, soprattutto per i giovani associati. Il suo intervento ha toccato vari temi della vita sezionale, non soltanto il regolamento di calcio, ma anche aspetti comportamentali indispensabili per diventare ottimi direttori di gara.

La lezione tecnica ha approfondito la circolare numero uno e l’approccio di gara anche a livello provinciale. Il fallo di mano va punito con l’ammonizione se blocca il pallone sulle linee di passaggio, ha ricordato Zaroli in riferimento a quanto prevedono le nuove modifiche regolamentari. Il Presidente ha precisato inoltre alcuni aspetti delle recenti modifiche al regolamento associativo, infatti i dirigenti delle società sportive saranno dotati da questa stagione di un cartellino di riconoscimento ufficiale.

Durante l’intervento Zaroli ha riassunto i numeri raggiunti dal CRA Lombardia in questi ultimi anni: la sua gestione ha visto l’aumento di nuovi arbitri, quasi 800 neo-immessi dal 2009. “Speriamo di vedere qualche collega di Sondrio a livello nazionale”, ha auspicato il Presidente.

I nuovi arbitri hanno potuto conoscere in prima persona il Presidente, per loro è stata un’occasione unica e molto sentita. Il CRA Lombardia si è dimostrato nuovamente vicino alla sezione della regione, in particolare con quelle più lontane come Sondrio.

Futsal: un mondo in continua crescita

MILANO – Massimo Cumbo, martedì sera, è stato ospite dalla Sezione di Milano in occasione di una lezione tecnica totalmente dedicata al calcio a cinque. Cumbo, ex arbitro di futsal con un’impareggiabile carriera internazionale, è attualmente il responsabile della CAN5 che si occupa di gestire un folto gruppo di direttori di gara.

Il calcio a cinque non è più secondario nell’AIA, ma è diventato un perno importante nella struttura associativa”, ha sostenuto Cumbo valorizzando al massimo i cambiamenti di questi ultimi dieci anni. “Si è passati da una commissione composta anche da componenti che non avevano mai arbitrato il calcio a cinque a una di membri provenienti dal Futsal”. Gli utlimi dieci anni di calcio a cinque italiano sono stati, infatti, un periodo roseo e di grande crescita del movimento.

“Che cos’è il Futsal?” Cumbo con questa domanda ha aperto l’incontro, focalizzandosi prima sulla storia e poi sui cambiamenti recenti. La parola Futsal deriva dalla fusione di calcio e sala, poiché lo sport si praticava all’interno di saloon, ovvero grandi locali al chiuso. Nato in Uruguay negli anni Trenta, il calcio a cinque ha subito una lenta evoluzione portandolo alla ribalta solo in questi ultimi anni. “Il primo campionato giocato in Italia è datato 1983 (e vinto da Roma Barilla, ndr)”, ha poi continuato Cumbo raccontando come era differente l’approccio dei direttori di gara d’allora.

Cumbo ha continuato il suo intervento precisando che gli arbitri di Futsal devono essere degli atleti motivati e preparati. Difatti, ha raccontato come nei raduni della CAN5 i colleghi passano i momenti liberi partecipando a dei gruppi di lavoro incentrati su particolari casi o regole, per poi esporre le conclusioni a fine serata. Gli oltre 300 direttori di gara del comitato nazionale rappresentano un movimento di squadra poco incetrato sugli individualismi. La CAN5 è responsabile della designazione di serie A, A2, B, Under21 e Femminile; gli arbitri sono suddivisi in piccoli sottogruppi per focalizzare il lavoro di formazione a seconda dei contesti.

Francesco Carrieri, responsabile Calcio a Cinque Lombardia e Vice Presidente Regionale, ha concluso la serata con un intervento nel quale ha portato i saluti del Presidente Zaroli. “In Lombardia il calcio a cinque è molto sentito”, ha poi continuato Carrieri elogiando i direttori di gara (ben 85 in questa regione) e la loro motivazione nel portare a termine un compito così arduo. Il saluto e l’augurio di un’ottima stagione sono stati l’atto conclusivo della lezione tecnica organizzata dal Presidente della Sezione di Milano che, appena tornato dal Messico per la Homeless World Cup, ha regalato un simpatico sombrero a Massimo Cumbo.

Incontro nazionale con i Presidenti di Sezione – 29-30 settembre

RIMINI – Lo scorso fine settimana a Rimini si è tenuta la riunione tecnica per i presidenti di sezione, alla quale ho partecipato in sostituzione di Simone, impossibilitato a presenziarvi. Mi sembra corretto relazionarvi brevemente sui contenuti dell’incontro che per me è stato un momento di “vita arbitrale” davvero particolare e che mi ha permesso di incontrare vecchi amici con i quali ho condiviso alcuni momenti della mia modesta “carriera” arbitrale e di conoscere nuove e positive persone.

Nel corso di questa due giorni oltre al Presidente Nicchi hanno intrattenuto la platea, il vice presidente Pisacreta e gli Organi Tecnici Nazionali Braschi – Can A -, Messina – Can B -, Farina – Can Pro -, Serena – Can D -, Pacifici – CAI – Cumbo – Calcio a 5 – e Conti – Beach Soccer -, ognuno dei quali, seppur brevemente, ha relazionato sulle proprie commissioni di competenza. Oltre alle relazioni, ho apprezzato l’estrema disponibilità che i colleghi sopra citati, che appartengono a un mondo che è molto lontano dalle nostre piccole realtà, ma da cui sono partiti anche loro, a intrattenersi con tutti fino a tarda notte.

Essendo una riunione tecnica, si è ovviamente parlato molto di tecnica e su quest’aspetto siamo stati intrattenuti dal responsabile del specifico settore, Trentalange e dal componente Fiorenza. Si sono visionati diversi episodi, si è discusso e ci si è confrontati sempre in un clima cordiale e collaborativo

Non mi dilungherò molto e vi rappresento esclusivamente quello che per me è stato il messaggio principale trasmesso ai presidenti: la formazione degli arbitri è fondamentale e non si esaurisce con i corsi arbitri. Inoltre, bisogna lavorare sempre più nell’ottica di ottenere la maggiore uniformità possibile – chiamata solidarietà tecnica, posto che eliminare la discrezionalità dei singoli è impossibile – da parte degli arbitri nelle loro decisioni tecniche e disciplinari. E’ stato consegnato un CD a tutte le sezioni da utilizzare per i corsi arbitri; in questo modo cosi tutte le unità periferiche seguiranno lo stesso strumento per formare i nuovi arbitri. L’obiettivo del settore tecnico è quello di avere arbitri che, già a livello di OTS e a latitudini diverse, inizino a muoversi in campo e a prendere decisioni tecniche secondo criteri comuni.

Sottolineo inoltre che continua lo sviluppo di “Sinfonia4you”, che a breve vedrà rilasciate nuove potenzialità e funzionalità.

Ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte a un’AIA in evoluzione e che questo processo di modernizzazione – forse tardivo –, indipendentemente dagli uomini che si susseguiranno nei ruoli decisionali, sia l’unica strada da seguire per avere sempre un’associazione al passo con i tempi. Noi facciamo parte di una piccola realtà che credo però possa migliorare e crescere molto. Ovviamente con l’aiuto di tutti.

Chiudo informandovi che il prossimo 10 novembre si terrà a Roma l’elezione del Presidente Nazionale e che per questa stagione sportiva sarà nostro ospite – dopo Rossi, Doveri e Stagnoli – Luigi Nasca, arbitro della sezione di Bari a disposizione della Can B.

Saluti a tutti.
Il vice – presidente
Massimo Bongio

Intervista a Lorenzo Ferrandini

Lorenzo Ferrandini

Lorenzo Ferrandini

SONDRIO – Lorenzo Ferrandini è il simbolo in tutta Italia della Sezione di Sondrio. Lorenzo ha il merito di essere arrivato nella massime categorie nazionali del calcio a undici e ha scritto (anzi lo sta ancora facendo) un’importante pagina della Storia della nostra Sezione. Recentemente ho avuto l’occasione di intervistarlo con l’obiettivo di capire e far capire (in particolare ai giovani colleghi arbitri) quanta dedizione e fatica sia necessaria per raggiungere certi obiettivi ambiziosi.

Caro Lorenzo, nella Sezione di Sondrio non si può parlare di Arbitrare senza far riferimento a te e alla tua lunga carriera ricca di esperienze. Per cui inizierei questa intervista con una domanda difficile, ma allo stesso tempo basilare per l’approccio di questa attività: Arbitrare che cosa significa?
Arbitrare significa tantissime cose… è prima di tutto uno sport, che vive principalmente di regole e regolamenti, di vita associativa, di sudore, allenamenti e viaggi, spesso da soli… è un esame continuo, è capacità di accettare giudizi a volte difficili da condividere, è felicità per una prestazione eccellente e delusione per un errore o una caduta… è conoscere gente e luoghi diversi… è lavorare per migliorarsi settimana dopo settimana, raduno dopo raduno… è maturità nel capire i propri limiti e lavorare per spostarli un po’ più avanti… è sacrificio per il tempo tolto alla famiglia e ad altre passioni… è l’odore dell’erba appena tagliata prima di una partita in notturna… è guardare il pubblico che riempie gli spalti durante il riscaldamento pre-partita… è impazienza di dare il fischio d’inizio… è dettare i tempi di un’orchestra di cui sei parte attiva…

La tua carriera sul campo è stata lunga, ma come in tutte le esperienze ha avuto un punto di partenza. Quando hai iniziato avresti mai creduto di poter arrivare ai massimi livelli nazionali?
Quando si inizia un’attività credo sia legittimo aspirare ad arrivare più in alto possibile, cercando però di tenere sempre in conto – con la necessaria onestà intellettuale – i propri limiti e le proprie possibilità, anche in relazione al tempo ed all’impegno che si possono dedicare all’attività. Quando ho iniziato ad arbitrare, dopo un veloce periodo di ambientamento nelle categorie giovanili, i risultati mi hanno portato a pensare di poter ben figurare a livello regionale, quindi in serie D a livello nazionale, e poi in serie C, finché i miei limiti o quelli imposti dai regolamenti me lo hanno permesso.

L’esperienza nel nostro caso è data da decisioni e da partite da gestire tentando di dare sempre il meglio. Qual è stata la partita che sempre ricorderai?
Beh, ce ne sono tante… l’esordio prima di tutto… giovanissimi provinciali: Tiranese – Hard Sondrio al campo di Tovo S.Agata ai primi di ottobre del lontano 1991. Da un campo di periferia ad un tempio del calcio… come scordare la prima volta che sono entrato sul terreno del Meazza da quarto uomo in Milan – Lazio… Oppure ancora Genoa – Ravenna, come arbitro in serie C, di cui ricordo con un brivido i colori e il frastuono di Marassi…

E Qual è la partita nella quale sai di aver dato il meglio di te?
Sicuramente una delle mie migliori prestazioni arbitrali è stata Giulianova – Teramo, al quinto anno di serie C… un derby sentitissimo in posticipo e diretta TV, con successiva impepata di cozze all’una di notte!!!

Come in tutte le esperienze, anche nella nostra capita di avere delle difficoltà, che certo sono uno stimolo per crescere con continuità e costanza. Quel è la partita nella quale non sei riuscito a dare il meglio di te?
Anche in questo caso ce ne sono tante, al punto da confonderle e dimenticarle… L’importante dopo ogni gara è cercare di capire le cause di una prestazione sottotono e lavorare poi per migliorarsi.

Dal 1991, anno del tuo esordio, fino ad oggi hai vissuto campi e realtà molto diverse, hai viaggiato in tutta Italia e hai certamente fatto esperienze rare e uniche. Pensando a tutto questo, qual è stato il momento migliore della tua carriera?
Sarei felice se il momento migliore fosse quello che deve ancora arrivare… Guardando indietro, sicuramente le maggiori soddisfazioni sono arrivate negli ultimi anni della serie C, nei quali posso dire di aver raggiunto la mia massima maturità arbitrale e – nonostante il grande impegno che la categoria richiedeva e le non poche difficoltà di conciliare l’attività arbitrale con il lavoro e le relazioni affettive – ho cercato di cogliere al meglio anche molti aspetti di contorno dell’arbitraggio, quali le relazioni umane con i colleghi, la scoperta di luoghi e città nuove, una certa goliardia in occasione dei numerosi raduni… in altre parole il divertimento dentro e fuori dal campo…

La vita è un percorso fatto di alti e bassi, nei quali una persona costruisce la propria personalità ed esperienza. Hai avuto un momento particolarmente difficile nel corso della tua carriera? Come l’hai superato? Dove ne hai trovato la forza?
L’arbitraggio, come ogni altra attività, presuppone che il proprio operato sia giudicato da altre persone, ciascuna con il proprio bagaglio personale, culturale, professionale. Come ogni arbitro anch’io ho vissuto diversi momenti in cui ritenevo ingiuste certe valutazioni oppure non riuscivo ad emergere nonostante fossi convinto di meritare di più (due anni e mezzo in prima categoria direi che sono un bel colpo!), nel corso del quale ho più volte pensato di abbandonare con l’arbitraggio e dedicarmi ad altri sport. Ma la passione, l’orgoglio, la mia cocciutaggine da montanaro, una certa dose di umiltà e senso di autocritica, unite a quel pizzico di fortuna rappresentato da un Organo Tecnico che ha visto in me delle qualità che altri prima ritenevano non ci fossero, mi ha permesso di uscire dal “pantano” in cui mi ero arenato e di lì in brevissimo tempo passare in Promozione, Eccellenza e quindi in serie D, allargando quindi gli orizzonti a livello nazionale.

Finita la tua lunga e gratificante carriera sul campo hai colto l’occasione di affrontare il campo da un punto di vista differente, ma allo stesso tempo stimolante. Come ci si sente ad essere diventati un “formatore per arbitri”?
La formazione arbitrale comprende moltissimi aspetti: quello regolamentare, quello comportamentale, quello motivazionale. Sono però convinto, come molte volte ho sentito da Organi Tecnici e Dirigenti durante il mio percorso arbitrale, che “prima dell’arbitro viene l’uomo”. Ogni sforzo formativo deve partire da qui e deve tenere conto di questo concetto, in relazione all’età dei ragazzi e delle ragazze con cui si lavora, alla categoria in cui si opera, al ruolo che si cerca di valorizzare. Ritengo poi, soprattutto quando si parla di giovani che si affacciano all’attività arbitrale, che la trasposizione dell’esperienza di chi ha vissuto situazioni e contesti di alto livello possa essere un grande stimolo per aumentare la curiosità, la voglia di fare e l’impegno nell’attività… Bisogna trovare il modo, a mio parere, di “nutrire la passione per l’arbitraggio”! Se non c’è passione, o se viene meno col passare del tempo, credo che la sola cosa da fare sia cambiare sport!!!

Ho aperto questa intervista chiedendoti cosa fosse arbitrare. Ma come ogni arbitro ben sa, l’arbitraggio non può prescindere dalla “casa madre” rappresentata localmente dalla Sezione e a livello nazionale dall’AIA. L’AIA per te che significa?
La prima “A” è molto importante… Associazione… Ben conoscendo le difficoltà che ciascuno di noi può avere nel conciliare impegni di lavoro, affetti, famiglia o altri interessi, ritengo che tutti debbano dare il loro contributo affinché l’aspetto associativo sia valorizzato sotto ogni sua forma: lezioni tecniche, raduni, attività ludiche, tornei tra colleghi…

Eccoci alla fine della nostra intervista. Abbiamo parlato della tua carriera dagli inizi fino ai massimi livelli nazionali, abbiamo parlato della tua nuova attività all’interno dell’Associazione, abbiamo parlato dell’AIA e della vita Sezionale. Ora, per concludere, penso sia corretto provare a trovare un consiglio per i colleghi meno esperti e magari all’inizio di questa avventura. A un giovane arbitro alle prime armi cosa consiglieresti?
L’inizio dell’attività arbitrale può essere molto gioioso e “facile” oppure molto complesso, in relazione al carattere del ragazzo o della ragazza ed alle precedenti esperienze sportive, soprattutto calcistiche. In questa fase il supporto dei tutor e degli osservatori è certamente un aiuto per un veloce e positivo ambientamento nel ruolo, e sarà tanto più efficace quanto il ragazzo o la ragazza sapranno approfittarne.
E’ poi molto importante per i “novelli fischietti” frequentare la sezione e relazionarsi con i colleghi più anziani per chiarire dubbi, approfondire aspetti regolamentari, organizzare le trasferte, confrontarsi su problemi e condividere stati d’animo.
E’ poi assolutamente fondamentale, se si vuole crescere e migliorarsi, che si dedichi tempo e lavoro alla propria condizione atletica ed alla conoscenza del regolamento.
E poi tanta, tanta umiltà…

L’intervista si chiude con una considerazione molto importante: “tanta, tanta umiltà”. Infatti, essere arbitri è continuare a crescere gara dopo gara senza mai fermarsi, credere nelle proprie forze e impegnarsi sempre al massimo a tutti i livelli. L’AIA non è solo un’istituzione, ma è soprattutto una famiglia nella quale ne siamo tutti parte attiva e possiamo contribuire, anche con poco, alla sua crescita.